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La finanza islamica

confronto e prospettive col mondo occidentale

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- di Carlo Ruggiero - 31 gennaio 2019


 economia e islam

Il 6 gennaio 2019 esce una notizia molto interessante sugli organi di stampa: la Nutella ottiene la certificazione di alimento Halal. 

Cosa vuol dire? Perchè una grande azienda come la Ferrero ha fatto questa scelta per alcuni (la Nutella non è l'unica) dei suoi prodotti di punta? Il resto del mercato che scelte sta facendo?

Rispondiamo brevemente:

In primis, certificare un prodotto alimentare come Halal semplicemente vuol dire assicurare che la lista degli ingredienti ed il processo produttivo rispettano i dettami religiosi che dipendono dal Corano. In questo modo, si assicurano tutti i potenziali consumatori di fede musulmana che il consumo di Nutella in alcun modo sia contrario ai dettami della loro religione (in questo caso, non ha portato ad alcuna modifica degli ingredienti).

In secondo luogo, la Nutella ha, correttamente, fatto una scelta che dimostra l'attenzione ad un mercato in decisa crescita. La certificazione Halal permette ai grandi gruppi alimentari di poter proporre i propri prodotti su un mercato che viene valutato ad oggi pari a circa 1,3 miliardi di dollari nel 2018, che diviene pari a 2,3 miliardi se si considerano anche altri prodotti, o servizi come la cosmesi, il turismo ed i farmaci il tutto accompagnato da un tasso di crescita atteso di circa il 6%. 

Davanti a questi numeri, in terzo luogo, il resto del mondo si muove in maniera coerente: i grandi colossi come Danone, Nestlè, Carrefour si sono mossi per tempo e sono presenti sui mercati islamici con loro prodotti certificati. 

per quanto riguarda il mondo finanziario? nello specifico, i fondi comuni?

Nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito alla crescente considerazione della finanza etica, legata all'attenzione che gli investitori hanno verso tematiche sensibili ed a un approcio differente da parte degli investitori, legato a scelte di investimento che tengano conto di valutazioni ambientali, di corretta governance aziendale, impatto sociale delle aziende.

La finanza islamica segue questo profilo con ovvie proprie caratteristiche, portando su di sè l'attenzione del mercato sia per le grandi potenzialità di sviluppo della raccolta che per gli andamenti di questi prodotti, legati ai vincoli di gestione che, in alcuni momenti, si sono rivelati strumenti a tutela degli investitori. Vediamo nello specifico perchè e come.

i principi

La finanza islamica, ed i fondi comuni su di essa basati, funziona rispettando principi fondamentali che, a loro volta, nascono dalla applicazione della Shari'ah, la legge di Dio che si basa su quattro fonti fondamentali:

  1. il Corano (Qur'àn), il libro sacro dell'Islam (chiamato anche semplicemente "Il Libro"), che contiene le rivelazioni che il profeta Maometto ha ricevuto da Dio;
  2. i detti del Profeta (Hadit), trasmessi prima oralmente e poi trascritti;
  3. la Tradizione (Sunna), intesa come tutto quello che riguarda la vita del Profeta e dei suoi primi seguaci;
  4. il lavoro dottrinale/interpretativo delle principali scuole giuridiche islamiche (Madhhab) finalizzato alla corretta interpretazione della volontà divina rivelata nel Corano e nei detti del Profeta.
Caratteristiche dei prodotti

Le principali prescrizioni in materia economico-finanziaria, basate sulla Shari'ah, sono rappresentate da:

  1. DIVIETO di Riba, ovvero nel pagamento di interessi fissi o determinabili sui fondi prestati;
  2. PROIBIZIONE di pratiche economiche che implichino eccessiva incertezza (cd. Gharar);
  3. PROIBIZIONE di pratiche economiche che implichino speculazione (cd. Maysir);
  4. sono COMUNQUE VIETATI tutti i comportamenti proibiti dal Corano (cd. Haram). Fra questi rientrano quelli legati al tabacco, alla pornografia, al commercio d'armi, all'alcool, alla carne di maiale ed al gioco d'azzardo.

Perchè ad esempio, è vietato riconoscere gli interessi ai finanziamenti?

La riflessione islamica sull'economia finanziaria nega che si possa realizzare un guadagno senza un'effettiva assunzione di rischio. Di conseguenza, il finanziamento all'attività di impresa è consentito ma la remunerazione deve essere legata esclusivamente ai risultati dell'impiego di capitale. 

Inoltre, l'allocazione deve essere sempre accompagnata da un'attività materiale sottostante.

Deve essere garantito un costante legame fra finanza ed economia reale.

Questo collegamento diretto e necessario con l'economia reale ed il divieto di investimenti speculativi porta le società di asset management a sviluppare prodotti che hanno mostrato di superare alcuni momenti critici, in quanto caratterizzati da una volatilità specifica media inferiore a quella dei mercati, senza per questo andare a discapito dei risultati.

L'indice S&P 500 Shariah, elaborato per rappresentare l'andamento dei principali titoli azionari quotati in USA di aziende che rispettano i principi islamici, ha avuto negli ultimi 5 anni un rendimento medio annuo pari al 7,66%, in linea con quanto fatto dallo S&P 500 tradizionale. 

L'assenza di temi di investimento speculativi ha permesso di contenere la volatilità dei fondi islamici, come successe ad esempio durante la crisi iniziata nel 2007, legata alla speculazione basata sui mutui subprime. 

la raccolta 

Sul sito della Reuters, è uscito un articolo nel 2015 con indicati gli asset under management dei fondi comuni legati al rispetto della Shari'ah. Vengono riportati alcuni dati fondamentali secondo cui i fondi comuni di investimento islamici a livello mondiale: 

  1. detengono attualmente 53,2 miliardi di dollari di attività in gestione, recuperando da un minimo di 25,7 miliardi di dollari nel 2008;
  2. hanno raggiunto un numero totale pari a 943 nel 2014, rispetto agli 828 dell'anno precedente e il doppio rispetto al 2008;
  3. avranno un'ulteriore crescita, pari all'8% ogni anno per raggiungere 76,7 miliardi di dollari entro il 2019.

Ma la richiesta di tali prodotti è ritenuta di gran lunga maggiore. Il rapporto tra fondi comuni islamici e totale attività finanziarie islamiche è stimato all'8,7%, ben al di sotto del 36% osservato per fondi convenzionali nei mercati dei capitali maturi dell'Europa e del Nord America. Questo evidenzia ulteriormente gli ampi ambiti di sviluppo della raccolta, spinta sia dalla maggiore importanza degli investitori di origine musulmana anche nel mondo occidentale sia dall'importanza delle tematiche etiche a livello globale, anche per investitori non mussulmani che sono sempre più interessati a questa tipologia di strumenti. 

lo sviluppo in italia

Quanto sopra riportato è la base dell'attenzione degli operatori e degli investitori su questa tipologia di strumenti, per non parlare della finanza islamica in generale.

In Italia esiste un progetto di legge, presentato nella trascorsa legislatura, che nasce con lo scopo di superare gli ostacoli normativi che in questo momento condizionano lo sviluppo degli investimenti Shari'ah compliance nel nostro Paese. L'idea è quella di favorire un incontro fra investitori ed imprenditori al momento limitato: si cerca così di approfittare di una situazione creatasi a seguito della Brexit, evento storico che sta facendo crescere l'attenzione degli investitori Arabi in cerca di mercati su altri Paesi appartenenti all'UE alternativi al Regno Unito, per anni uno dei principali punti di riferimento.

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